Biografia

Bottega di Arte Lignea

Biografia

Michele Santomenna è nato a Bella, un grazioso paesino della Basilicata. Da piccolo si è trasferito a Vigevano dove ha vissuto per trent’anni fino a quando, nel 1999, durante una vacanza nelle Marche si innamora del paesaggio e decide di trasferirsi a Fermo. La sua indole di viaggiatore lo porta in giro per l’Europa e in Medio Oriente dove ha avuto diverse esperienze lavorative. Il suo lavoro come tecnico di macchine per calzature e poi dirigente del settore calzaturiero lo porta in Russia dove ha conosciuto Nadia, futura compagna della sua vita.
Da sempre Michele Santomenna è stato attratto dall’arte e dalla bellezza della natura. Ha studiato musica e suona il flauto traverso e la chitarra classica ai quali dedica con amore parte del suo tempo libero. Il vero interesse della sua vita doveva però essere un altro. A Fermo matura l’ispirazione e il desiderio di approfondire la sua antica passione cioè la lavorazione del legno. Non ha avuto maestri, deve i suoi risultati alla dedizione e alla pazienza certosina dell’autodidatta appassionato. Incomincia a frequentare corsi, fiere e mercati di artigianato artistico.
La ricerca della materia prima lo spinge fino in Emilia Romagna, Veneto e Lombardia dove fa conoscenza con diversi artisti intarsiatori e intagliatori locali che vivono con la loro arte. Qui scatta in lui il desiderio di dedicarsi a tempo pieno a quell’attività che avrebbe voluto fare fin da ragazzo: la lavorazione artistica del legno, con la consapevolezza di andare incontro ad enormi sacrifici.
Nadia e Michele, artisti e artigiani contemporanei, pur provenendo da luoghi e culture tra loro molto distanti, hanno stretto un sodalizio nella vita e nell’arte. Hanno scelto di abitare in provincia di Fermo quasi a ridosso del mare sul litorale di Marina Palmense.
Con il passare del tempo Michele riesce a trasmettere il suo entusiasmo e la passione per il legno a sua moglie Nadia la quale si rivela una preziosa collaboratrice.
La lavorazione del legno per scopi artistici implica spesso la compresenza di più soggetti e una molteplicità di competenze. A Michele Santomenna spetta l’esecuzione del lavoro di intaglio e di intarsio in bottega dove utilizza per le sue figurazioni i disegni che Nadia realizza con la sua vena artistica, l’amore per il disegno e la passione per l’arte dell’icona bizantina, e dalla cui mano traspare un estroso gusto ornamentale classicheggiante. Nella competenza di Michele, lucano di nascita, non soltanto la decorazione, ma anche la fondamentale conoscenza della costruzione dei manufatti, a volte vere e proprie architetture di legno, (tavoli smontabili, leggii, scatole decorate) accompagnate di tanto in tanto dalla passione per la miniaturizzazione. Insieme maturano la conoscenza dei materiali, delle qualità dei diversi legni e delle attitudini migliori di essi e possono dedicarsi all’opera creativa che meglio risponde alle loro sollecitazioni. Una bottega domestica dunque che guarda al passato e particolarmente alla tradizione italiana del Quattrocento. Infatti, è questa l’epoca nella quale si assiste alla prepotente affermazione della tarsia prospettica e alla presenza di maestranze molto specializzate. Nel Cinquecento si verificherà la progressiva scomparsa dell’intarsio ed il ritorno delle decorazioni intagliate. Ma la forza dei Santomenna sta anche nella costante ricerca di nuove esperienze, nella curiosità del voler tentare nuove strade e utilizzare tutte le soluzioni possibili, sempre nel rispetto della tradizione.
Col tempo la loro tecnica si affina, le opere si impreziosiscono, lavorando a volte con caparbietà fino a sera tardi rimanendo su un pezzo per ore ed ore fino a che non raggiungono la perfezione che desiderano.
La loro poesia è quella che si evidenzia nelle composizioni floreali, nei paesaggi, nelle scene sacre dove è profondo il senso emozionale che riescono a trasmettere, la pazienza e la capacità nell’accostare i diversi cromatismi di legni pregiati e la diligente attenzione a rispettare le difficili norme della prospettiva. Ecco che sotto le loro abili mani la materia si plasma, le figure geometriche si animano, il legno prende luce e riverbera sensazioni e incredulità che rendono rigogliose e antropomorfe le venature della semplice materia.
I prodotti finiti risultano perciò opere che, pur non presentando una vasta tipologia, appartengono a diverse categorie: quadri ad intarsio, arredi, sculture e suppellettili lignee le più varie. Gli esiti prodotti raggiungono effetti di rara abilità prospettica nelle vedute di paesaggi, come quelli con Torre di Palme, con Fermo e con Porto San Giorgio esaltati dalle cromature delle diverse essenze. La luce e l’ombra si alternano tra i fogliami e gli intrecci vegetali di raffinata eleganza nella policromia delle nature morte come nel cesto con fiori o nel vassoio dall’esuberante ricchezza di intarsi. Tarsie che gareggiano per finezza tecnica con quelle del passato. Vigore, pienezza plastica, varietà delle tonalità, sfumatura del chiaroscuro e policromia dei dettagli che denotano pure un sapiente utilizzo dei ben noti anelli annuali di accrescimento e più in generale delle venature del legno.
Tra i temi principalmente trattati quelli che si rivolgono alla religiosità del quotidiano. La Croce ed il Crocefisso costituiscono l’immagine più ricorrente e il segno di maggiore venerazione nella cultura occidentale. L’analisi sinottica della Crocefissione permette di osservare come essa sia caratterizzata da un’inconfutabile unità formale ed iconografica. Il Cristo è sulla croce, a capo reclinato, coronato di spine, braccia distese a livello della testa, con una gamba leggermente piegata e i piedi sovrapposti. Il perizoma è costituito da un drappo. Altre volte la scena inquadra il dramma del Calvario centrando il momento dello svenimento di Maria, o della Deposizione o della Risurrezione e trionfo dalla morte.
Il volto di Cristo sofferente su un bacile, derivazione iconografica dalla testa del Battista decollato, è immagine caratterizzata da un maggiore espressionismo d’impronta nordica, ricorrente nella pittura lombarda a partire dal XV secolo e successivamente in tanta cultura di pittori caravaggeschi.
Il tema mariano è interpretato singolarmente e con richiami al grande Rinascimento nel volto di Madonna, o in compagnia del divino figliuolo, oppure nell’ambito ristretto della Sacra Famiglia.
A guidare l’ispirazione, oltre al tema sacro, è l’osservazione della natura, botanica in particolare, vista come cornice del paesaggio urbano, o lacustre, o come natura morta. Un ricercato grafismo si nota in opere quali il volto di Madonna o l’icona dell’Arcangelo Gabriele o la Madonna del giglio o ancora la Ninfa con bicorno. Nella tarsia dell’Arcangelo Gabriele si fa più evidente l’adesione ad uno schema decorativo bizantineggiante che nella Sacra Famiglia diviene omaggio e ispirazione alla vetrate delle grandi cattedrali gotiche.
Da questa poetica si distaccano solo gli stemmi in legno di Comuni e quelli di contrada e rari elementi di matrice classica ed onirica.
Con lo scorrere del tempo si nota una progressiva maturazione nel trattare la materia lignea resa evidente da un disegno via via più raffinato e complesso. Ormai può dirsi raggiunta una tecnica matura, un intarsio di alto livello caratterizzato da soluzioni di estrema eleganza, acquisita dallo studio di modelli contemporanei di area emiliana e da esperienza autodidatta.
Anche l’adozione di cornici di loro produzione e ideazione, ispirate a scelte stilistiche coerenti è frutto del personale bagaglio creativo.
Un arte in conclusione che non conosce tormento, un repertorio che conserva formule antiche secondo un’interpretazione fatta di immagini di straordinaria raffinatezza.
Il loro percorso artistico è segnato anche da un crescente interesse verso il territorio in cui essi vivono e dal quale scaturiscono alcuni suggestivi quadri che rappresentano fedelmente immagini del pittoresco paesaggio fermano. L’alto livello tecnico raggiunto si denota anche nei tavoli in stile neoclassico dagli elaborati disegni geometrici . Tutti i lavori di intarsio e intaglio sono realizzati interamente a mano partendo dalla materia grezza e utilizzando circa 80 essenze diverse. La colla è quasi esclusivamente del tipo a caldo, di origine animale, la lucidatura è fatta a gommalacca e a cera.

WALTER SCOTUCCI

Hai delle richieste particolari?

Scrivi una Email, oppure chiamaci direttamente al +39 377 1738760 Saremo lieti di realizzare i tuoi progetti secondo le tue esigenze.